Agenzia delle Entrate nuovi controlli

Agenzia delle Entrate nuovi controlli

Dopo aver ricevuto l'autorizzazione da parte del garante della privacy partiranno, marzo 2022, i nuovi controlli dell'agenzia delle entrate.

Cerchiamo di capire quelle che sono le novità.

La prima importante novità è che saranno monitorate, ad-hoc attenzione, anche le carte di credito. Per farlo l'agenzia delle entrate utilizzerà l'intelligenza artificiale, benvenuti di fatto, nel bene e nel male, nella algokrazia.

Ci spiegano dall'agenzia delle entrate che di fatto ci saranno diversi algoritmi che andranno a creare due liste una lista di analisi, in buona sostanza in questa lista rientrano i profili che vengono analizzati, verificati. In sostanza ci sono dei software che vanno ad incrociare tutte le varie banche dati, non cambia niente rispetto al passato, cambia il fatto che abbiamo però due liste separate che rendono più automatizzabili, più veloci i controlli da parte dell'agenzia delle entrate. Questa prima lista predispone tutta una serie di nominativi a rischio evasione potremmo dire che vanno a fare una scrematura.

Il focus del fisco sarà puntato soprattutto alle carte di credito con circuiti internazionali. Considerate che il meccanismo di controllo non cambia, cioè vanno a fare una verifica tra le entrate e le uscite, questo controllo tra entrate ed uscite serve a vedere se c'è corrispondenza tra ciò che si incassa e ciò che si spende in modo che tu non spendi molto di più di quanto incassi perché, in caso contrario, evidentemente ci sarebbe un'anomalia.

In questi controlli in base a queste indicazioni dell'agenzia delle entrate rientrano tutti i movimenti del conto corrente sulle carte di credito collegate a un conto corrente. Se qualcuno di voi si sta chiedendo se anche gli exchange di criptovalute rientrano in questa fattispecie.

Come sapete che gli exchange danno la possibilità di avere anche una carta di credito per poter spendere in euro tramite i circuiti internazionali le proprie criptovalute e sapete anche che oramai anche gli exchange sono stati schedati come gli intermediari finanziari, come le banche perché devono fornire tutta una serie di indicazioni all'agenzia delle entrate. Ancora non abbiamo una regolamentazione di fatto però sulla movimentazione, sui saldi, sulla giacenza devono fornire le informazioni

Quindi sarà naturale che alla lunga dopo aver rodato questo meccanismo anche i dati delle comunicazioni relative alle carte di credito collegate agli exchange saranno consegnati nelle mani del fisco.

La seconda lista è una lista di controllo, una volta fatta l'analisi sui nominativi della prima lista, su cui l’algoritmo ha verificato che non c’è una corrispondenza tra le entrate e le uscite si passa nella lista di controllo che va a far scattare automaticamente l'accertamento, la richiesta di pagamento, la richiesta di fornire delucidazioni e chiarimenti.

Dal punto di vista entrate ed uscite non cambia nulla rispetto al passato, i controlli scattano in automatico quando il contribuente effettua spese superiori al 20% rispetto al reddito dichiarato, ovviamente agli occhi del fisco rientrano sempre il saldo, la giacenza media dei conto correnti, libretti postali e depositi in definitiva di tutto il patrimonio mobiliare di una famiglia.

Il fisco potenzialmente può sapere tutto di noi, dei mutui avviati presso una banca, i finanziamenti, i fidi, gli affidamenti in conto corrente, ai pagamenti mensili, alle uscite mensili delle famiglie che possono essere anche relative a spese della vita quotidiana parlo degli affitti, parlo dell'assicurazione, parlo delle bollette. Lo stato sa tutto rispetto a eventuali bonus sussidi disoccupazione ricevuta o meno, le spese per il sostenimento dei bambini da mandare a scuola, sulla sanità ecc… Lo stato sa tutto e quindi dov'è la novità cioè la novità è nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per rendere più veloce i controlli e farne molti di più.

Questo è lo scopo primario, sostituire l’intervento umano sui controlli in modo da velocizzare il tutto automatizzando le procedure di verifica e controllo, l’altro scopo è il controllo delle carte di credito collegate ai conto correnti.

Se da una parte tutto ciò ha un fine corretto, cioè risalire alla evasione fiscale, dall’altra sappiamo bene che i controlli colpiranno i “pesci piccoli” perché i grandi evasori useranno agganci e circuiti che li terranno fuori da tutto questo.

 

Di fronte ad uno stato che ormai è chiaro a tutti pure ai comunisti che si dimostra ormai da anni accanito e inferocito nel bastonare famiglie e piccole imprese perché sono quelle su cui riesce ad avere maggior controllo mentre lascia i propri clienti, quelli a cui ricambia il favore di aver portato elettori alle urne.

È vero che ci sono tanti evasori fiscali ma è vero anche che questi sono incentivati da una politica fiscale statale suicida che di fatto mette il cittadino l'imprenditore con le spalle al muro.

In Italia lo stato e i cittadini sono due cose distinte che si fanno battaglia continua, perché ci sono tante persone oneste in Italia che pagano tutto che fanno tutto regolarmente ma in cambio non ricevono neanche i servizi base, in Italia si sente l'odore, la paura dello stato a prescindere che ci sia effettivamente un reato di evasione meno, ci troviamo in una situazione in cui una famiglia, una persona fisica rinuncia a fare qualcosa perché ha paura di essere attaccato da uno stato in perenne ricerca di soldi.

Purtroppo questa cosa capita spesso per le aziende che vanno a prendere dei contributi, dei sussidi e l'occhio del fisco è dietro l'angolo, uno si potrebbe domandare cosa ci sia di male in questo, il problema è che quando il fisco , i controlli entrano in una azienda deve portare a casa qualcosa. A riguardo vi segnalo un libro che racconta storie reali di grandi imprenditori, grandi marchi e le disavventure col fisco, il libro è pubblicato da Chiarelettere e si chiama “Gli abusi del fiscoSe siete interessati leggetelo troverete tante ingiustizie realmente accadute.

In conclusione l’ultima informazione che voglio dare è questa, il fisco potrà conservare questi documenti che riportano tutti questi dati per almeno 10 anni soprattutto se collegati alle situazioni di rischio. Però attenzione perché il garante della privacy che ci vuole molto bene ci dice che ha richiesto all'agenzia delle entrate di usare la pseudonomizzazione come strumento per evitare che vengano identificati direttamente gli interessati dai database e proteggere in questo modo la privacy delle persone. Quindi verrebbe affidato al soggetto sotto analisi e controllo uno pseudonimo per evitare che in caso questi dati dovessero sparire e andare nelle mani di qualche attacco informatico di turno per lo meno non si riesca a risalire alla persona fisica perché protetta dallo pseudonimo stesso.

Direi che li dovremmo ringraziare, in fin dei conti sappiamo che ci vogliono bene perché senza i nostri soldi, senza i risparmi che gli italiani, le famiglie italiane e delle imprese italiane, che sono frutto dei sacrifici e che abbiamo nei conto correnti, senza questi soldi voi che rappresentate lo stato italiano di fatto non sareste nessuno anzi sareste già ampiamente falliti.

 

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